La Sacra Spina  di San Giovanni Bianco

opuscolo a cura della Parrocchia di San Giovanni Bianco

 

Introduzione

 

Vistallo Zignoni e la Sacra Spina

 

L'autenticità della reliquia

 

L'arrivo della Sacra Spina a S. Giovanni B.

 

Il culto della Sacra Spina nel corso dei secoli

 

Il prodigio del 1932

 

Le feste del V centenario e l'attesa del 2005

 

Suoni, luci e colori di una festa sempre viva

 

 

 

 

 

Vistallo Zignoni e la Sacra Spina

Al nome di Vistallo Zignoni, appartenente a una delle più importanti famiglie della Valle Brembana, è legata la presenza a San Giovanni Bianco della Sacra Spina, la reliquia che la devozione vuole sia appartenuta alla corona della passione di Gesù Cristo.

Lo Zignoni, essendo stato bandito da tutto il territorio della repubblica veneta a causa di un omicidio commesso in gioventù, si era arruolato come balestriere nell’esercito del marchese di Mantova Francesco Gonzaga.

Come soldato, prese parte, il 6 luglio 1495, a capo di un drappello di balestrieri, alla battaglia di Fornovo sul Taro combattuta dalle truppe delle città italiane contro il re di Francia Carlo VIII, sceso in Italia col pretesto di ristabilire l’autorità francese sul regno di Napoli e con la precisa intenzione di imporre la propria egemonia su tutta la penisola.

Dopo l’iniziale inerzia, gli stati italiani avevano finalmente compreso il pericolo rappresentato dalla presenza sul suolo italiano di un agguerrito re straniero e avevano dato vita ad un’alleanza per farvi fronte.

Da qui il frettoloso allestimento di un esercito che cercò di sbarrare il passo sull’Appennino alle truppe francesi, avviate sulla strada del ritorno.

Lo scontro avvenuto a Fornovo, allo sbocco della Val di Taro, pur favorevole alle truppe italiane, servì solo a rallentare la marcia dei Francesi che poterono rientrare in patria senza troppe difficoltà.

Approfittando della confusione del combattimento, Vistallo Zignoni e i suoi soldati penetrarono nell’accampamento nemico, fecero prigioniero un valletto del re e si impadronirono di un ingente bottino affidato alla sua custodia.

L’impresa fu relativamente facile, poiché i bagagli reali erano già caricati sui muli, dal momento che

l’esercito francese era stato attaccato mentre era in assetto di marcia.

Quando fu il momento di spartirsi il bottino, lo Zignoni si trovò per le mani un cofanetto contenente un prezioso reliquiario dove erano allineate tutta una serie di reliquie della passione di Cristo, tra cui un pezzo della corona di spine.

Cadute nelle mani dello Zignoni, le reliquie divennero a quel punto un prezioso mezzo di scambio: consapevole del loro enorme valore, Vistallo pensò bene di servirsene per farsi levare il bando subito per via dell’omicidio, che gli impediva di tornare nel proprio paese.

Procuratosi un salvacondotto, riuscì a recarsi a Venezia e a farsi ricevere dal doge Agostino Barbarigo e dai membri del Senato, ai quali consegnò il prezioso cofanetto.

In cambio ottenne una serie di favori: un lauto rimborso spese, una rendita vitalizia per sé, per il padre e per ciascuno dei suoi due fratelli e una  cospicua provvigione per avviare il figlio primogenito alla carriera ecclesiastica.

Il bando per omicidio non gli venne levato, ma solo sospeso per un periodo di... cento anni!