I Grataroli
Nel numero ristretto delle famiglie che nel '500 si distinsero fra tutte le altre per ricchezza, autorità e prestigio , sono da annoverare senza alcun dubbio i Grataroli.
Essi erano originari della contrada di Oneta e tale provenienza venne sempre riconosciuta loro in ogni occasione e menzionata negli atti ufficiali.
Essi sono sicuramente una delle famiglie più antiche del nostro paese.
Dotati di un grande spirito di iniziativa, fecero rapidamente fortuna, dopo aver iniziato come mercanti di pannilani. Il loro patrimonio crebbe vistosamente a tal punto che la contrada di Oneta, nella quale fecero costruire a loro spese l'attuale chiesetta, divenne praticamente di loro esclusiva proprietà.
Nel 500 i Grataroli avevano vastissime proprietà, oltre che a Oneta, alla Capretta, al Piazzo, a Vettarola ...
Grazie a matrimoni fortunati essi si trovarono ben presto in stretti rapporti di parentela con le famiglie migliori della zona.
Fra coloro che si trasferirono a Bergamo, alcuni fissarono la loro residenza in un fastoso palazzo, il palazzo Grataroli, divenuto poi Maffeis, tuttora esistente in via Pignolo.
I Grataroli di questo ramo si imposero ben presto anche come ricchi proprietari terrieri, le cui tenute più importanti erano situate soprattutto a Mozzo, a Verdello, a Mariano.
Tra i Grataroli emigrati a Venezia furono moltissimi coloro che fecero fortuna in pochissimo tempo esercitando il commercio, oppure le professioni liberali.
Alcuni occuparono posti di grande prestigio, come Girolamo e Pietro Antonio : il primo era segretario del doge Francesco Erizzo, il secondo lo era del doge Francesco Morosini.
Tutti i Grataroli, sia quelli che abitavano a Bergamo, sia quelli che risiedevano a Venezia o in altre località, mantennero costantemente legami strettissimi con il nostro paese.
Tra la fine del '400 e la prima metà del '500 essi si fecero promotori di alcune importanti iniziative, particolarmente sotto l'aspetto religioso, con l'intenzione di dar lustro alla famiglia.
Una delle opere di maggior rilievo fu la costruzione della chiesetta di Oneta.
Di tutti i personaggi che nel '500 conferirono lustro a questo casato, oggi è ancora ricordato il dottor Guglielmo Grataroli, nato nel 1516 a Bergamo. Si iscrisse, non ancora ventenne, all'università di Padova e in questa città venne contagiato dalle dottrine luterane e calviniste che stavano diffondendosi in tutta l'Europa e che avrebbero profondamente influito sul corso della sua vita.
Conseguito il dottorato in medicina,si trasferì a Milano, che lasciò però dopo pochi anni per rientrare a Bergamo. Caduto in sospetto di eresia a causa delle idee che andava apertamente professando, si scontrò duramente sia con l'autorità religiosa che con quella civile.
Tutti i suoi beni vennero confiscati ed egli fu bandito da Bergamo e da tutto il distretto pena la decapitazione e il rogo se fosse stato preso entro tali limiti.
Valicò allora le Alpi e si recò a Basilea dove frequentò quella celebre università dalla quale, alcuni anni dopo, gli venne affidata la cattedra di medicina.
Fu appunto in questa città che pubblicò il suo primo lavoro, un insieme di nozioni e osservazioni riguardanti il mondo della natura.
Altre sue opere videro in seguito la luce a Basilea. A ciò dobbiamo aggiungere la produzione in latino e la stampa di numerose opere di altri scrittori.
La morte lo colse all'età di 52 anni nella città che dopo la sua condanna aveva eletto a seconda patria e che egli, con la fama del suo insegnamento e dei suoi scritti, seppe ripagare per l'ospitalità quasi ventennale che essa gli aveva offerto.