Le stagioni

- Il costante mutare delle sfumature cromatiche che si alternano con il succedersi delle stagioni conferiscono al paese un volto sempre nuovo e sorprendente: l’ambiente di San Giovanni Bianco è un continuo rinnovarsi di stupore e di sorprese che infonde in chi lo ammira le sensazioni più particolari e diverse.

Dalle soffuse e malinconiche atmosfere dei panorami invernali, alle fresche inquadrature primaverili, ravvivate dai candidi riflessi della corrente del Brembo in cui si specchiano nitide le eleganti sagome degli edifici, al tepore suggerito dai caldi tramonti estivi, fino all’esplosione delle tinte cariche e dorate dei boschi autunnali, queste sono le stagioni di San Giovanni Bianco, ognuna con il suo colore, ognuna col suo fascino, discreto e inimitabile.

I Sapori - Aziende di agriturismo e ristoranti tipici consentono di gustare i sapori di una cucina genuina, a base di prodotti locali.

Sono piatti semplici, confezionati e serviti secondo regole secolari che ne fanno apprezzare l’intensità del gusto e dell’aroma, gli stessi che non mancano mai sulle tavole delle famiglie brembani.

Piatto tipico della cucina locale sono i casonsèi, grossi ravioli ripieni di pangrattato, formaggio, uovo, aglio e prezzemolo, conditi con burro fritto, salvia e parmigiano.

La polenta, alimento base di intere generazioni di valligiani, accompagna portate a base di carni o selvaggina: coniglio o pollo arrosto, capriolo e lepre in salmì, uccellini, rane, lumache con la panna.

Assai gustosa la polenta taragna, mescolata con formaggio e burro fuso, o la polenta cunsada, servita a bocconcini ricoperti di taleggio fresco, panna e burro fritto con salvia.

Di antica tradizione il chisöl, un grosso involto di polenta ripieno di taleggio fresco e abbrustolito sulla brace o sulla piastra della stufa.

Tra i numerosi e saporiti contorni, un posto di rilievo occupano i funghi che si raccolgono nei boschi della zona (frér e perseghì), i nosècc (involtini di verza con ripieno di magro), il parüc, o spinacio selvatico e le cicorie di prato.

Meritano un assaggio i formaggi tipici: il taleggio, il branzi, il formai de mut, e la mascherpa (ricotta d’alpe).

Noci e nocciole e le castagne che vengono preparate bollite o caldarroste (boröle) rimandano ad un tempo in cui questi semplici, ma gustosi prodotti della natura sopperivano alla penuria di altri alimenti.

Completano il menu i dolci casalinghi: la schisàda e il leadèl, torte rustiche a base di farina di mais, panna e menà, residuo della lavorazione del burro.