Presentazione
nel luminoso circolo, Morgan Miller Edizioni
2012
(Elena Giulia BELOTTI)
E’ un piacere per me potere dire qualche parola sulla “nostra” Elena
Giulia Belotti. Desidero sottolineare “nostra” perché Lei, ormai da
tempo, costituisce una ricchezza ed un patrimonio per l’intera Comunità
sangiovannese, la quale, fra i tanti vanti che le derivano dalla
Tradizione e dal Folclore, può iscrivere nel consistente elenco di propri
intellettuali-studiosi-artisti e poeti anche il nome di Elena Giulia.
Elena è ormai alla sua seconda raccolta, nel luminoso circolo, una
prova questa che conferma la sua profonda sensibilità poetica, già emersa
in Taraxacum officinale. Le sue liriche “nascono” già
straordinarie: sia per l’intima tensione sintattica su cui poggiano (si
veda ad esempio già il titolo, nel luminoso circolo), un sintagma
con iniziale minuscola che, da un lato, immette il lettore già in medias
res (proprio come la vita!), mentre, dall’altro, induce lo stesso lettore
verso l’attesa e il completamento; sia per la semplicità (solo apparente
però!) - fatto che già di per sé appartiene alla poesia grande (penso a
San Francesco, ma anche a quasi tutta la poesia del Novecento). E a
proposito di San Francesco, già nel componimento di esordio, Fontane,
emergono gli stessi termini che già splendevano nel Canto delle Creature:
Umili e caste. Secondo me la cifra costitutiva della poesia di Elena sta
proprio nella casta umiltà dei suoi versi, in cui trovano posto termini di
una semplicità sconcertante, ma che in realtà rimandano alle parole che
stanno all’inizio e alla base della vita: acqua, pietra, sole, nuvole
(gli stessi elementi che l’antica filosofia poneva come “costitutivi”
dell’Universo). La nostra poetessa, con la propria straordinaria
sensibilità, si fa sacerdotessa e mediatrice di questo miracolo che è il
panta rei dell’esistenza, cogliendone l’altezza e “complessità” e
rendendola – a noi comuni mortali – in forme più comprensibili (si veda
Le lettere, pag 39, dove, inanimato e animato, astratto e concreto, ci
vengono presentati sotto l’aspetto di mere lettere dell’alfabeto).
Ultima riflessione, ma non di minore importanza, per capire la liricità di
Elena Giulia Belotti: anche tutti questi componimenti, come già quelli
della prima raccolta, vivono di un’altra intima cifra strutturale che li
anima e sostiene: sono MUSICA.
Finisco indicando la mia preferita in assoluto: Bolle di sapone:
questa lirica, nel giro di pochi ed essenziali versicoli, ci narra la
trama della fragilità dell’esistenza umana (penso a Soldati di
Ungaretti), che però sa anche prendersi gioco delle regole rigide,
rappresentate dai semafori, e librarsi leggera “per un po’/su questa
Terra”.
nino lo conti
Casa Ceresa, San Giovanni Bianco, 28 Settembre 2012
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